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DATABASE: BIOLOGIA XENOMORFI
FILE: Ipotesi Biologiche e Caratteristiche Fisiche

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SCHEDA DESCRITTIVA :

Quella che segue è una teoria altamente ipotetica riguardante la storia evolutiva delle creature aliene e dei loro ospiti naturali; riguarda altresì la natura e le condizioni dell'ipotetico pianeta natale degli alien. Queste congetture sono basate sulle seguente ipotesi: che gli alien si siano evoluti su un pianeta e non siano stati creati ex novo da un'altra specie, che gli alien ed il loro pianeta natale siano stati modellati da forze evolutive e fisiche simili a quelle agenti sul nostro pianeta, che l'alien non sia la forma di vita dominante sul proprio pianeta (che sia insomma parte integrante di un ecosistema complesso) e che il pianeta natale sia altrettanto ricco di forme di vita e potenziali habitat del nostro.


Si possono osservare le seguenti caratteristiche comuni a tutti i tipi di alieni incontrati:

  • Riproduzione dipendente da ospite esterno;
  • Ciclo vitale metamorfico a due stadi;
  • Esoscheletro metallo-siliceo;
  • Presenza di endoscheletro nella forma pre-adulta;
  • Ricambio della pelle (muta) durante la crescita;
  • Sangue a basso pH;
  • Velocità e forza superiori (rispetto agli standard umani);
  • Cranio grande e curvato, di morfologia variabile;
  • Lingua interna dentata;
  • Dentatura esterna da carnivoro;
  • Mantici a sacche d'aria nella forma pre-adulta;
  • Arti e coda articolate in tutti gli stadi vitali;
  • Numero di arti e dita variabile nei differenti stadi vitali;
  • Tecnica di predazione o intelligenza sviluppata;
  • Abbondante produzione di "muco"

Altre caratteristiche si possono invece presumere:
  • Presunta comunicazione e vita sociale ;
  • Pressione sanguigna interna maggiore di 14 psi;
  • Temperatura corporea equivalente a quella ambientale;
  • Capacità di respirazione sott'acqua;
  • Nido costruito in zone ad alta temperatura;

Alcune o anche tutte queste caratteristiche potrebbero essere dovute all'adattamento/modificazione dell'organismo al suo attuale stile di vita come specie spaziale parassita. In caso di modificazione, sarebbe senza dubbio riduttivo presumere che gli alien dovessero essere utilizzati soltanto come armi biologiche. La teoria che segue assume invece che le creature trovate nello spazio si siano adattate o modificate per permettere la sopravvivenza nello spazio e punta l'attenzione sulle loro forme ancestrali e le condizioni del loro pianeta natale. La teoria presume che ogni modificazione ed adattamento sia avvenuta sulla base di caratteristiche preesistenti, ovvero, i progenitori degli alien possedevano caratteristiche similari.
Importante: Le creature trovate nello spazio saranno definite "moderne" nella trattazione che segue.


CICLO VITALE
 

DENOMINAZIONE
 
1) L'uovo è deposto dalla regina UOVO
 
fase di maturazione - [questo periodo potrebbe trascorrere "in utero"]

2) L'uovo matura UOVO
 
fase dormiente - [la lunghezza di questa fase è indefinita]

3) Vengono captati segnali dell'organismo ospite (movimento+suono)  
4) L'uovo si apre liberando il facehugger;
la larva segue i segnali dell'organismo ospite; l'orifizio respiratorio dell'ospite viene bloccato dalla larva
LARVA
 
fase di impianto - [durata di circa 24 ore]

5) La larva impianta l'embrione nel sistema respiratorio dell'ospite;
la larva muore;
il facehugger muore e si stacca dall'ospite, che riprende conoscenza ma senza ricordare la fase di inoculazione dell'embrione
EMBRIONE
 
fase di gestazione - [durata da 1 a 10 giorni]

6) Il chestburster fuoriesce dall'ospite, uccidendolo NINFA
7) Lo stadio chestburster è soggetto ad una serie di metamorfosi fino al raggiungimento della forma adulta CRISALIDE
ADULTO
8) L'adulto-regina produce le uova REGINA
 
Gli stadi che comprendono l'uovo e la larva vengono definiti PRE-ADULTO, quelli che comprendono l'embrione, ninfa, crisalide e adulto vengono definiti ADULTO.

Discussione sulle caratteristiche osservabili

Il ciclo vitale dell'alien è diviso in due stadi distinti che ricordano le fasi alternate sporofite e gametofite di piante e funghi. Le piante producono cellule riproduttive di diverso tipo (spore o gameti) i quali danno vita a tipi di organismo geneticamente distinti. Le spore si sviluppano in gametofite, che producono gameti, mentre i gameti si fondono a formare sporofite che producono spore. Nella specie degli alien lo stadio sporofita potrebbe essere rappresentato dagli stadi PRE-ADULTO. Questi porterebbero alla creazione di un embrione. Lo stadio gametofita potrebbe essere rappresentato dagli stadi ADULTO. Essi porterebbero alla produzione di uova dopo la fusione gametica. Una tale strategia potrebbe esser indicativa di un ambiente naturale altamente caotico e pericoloso (vedi la discussione sugli antenati ipotetici). Non abbiamo alcuna conoscenza della genetica di queste creature ed ulteriori speculazioni sulla natura delle cellule riproduttive degli alien sarebbero prive di fondamento.

La morfologia aliena sembra essere un miscuglio di caratteristiche artropode e vertebrate. Il carapace esoscheletrico segmentato e il numero di arti variabile ricordano gli artropodi terrestri (come i crostacei e, in misura minore, i rettili), mentre la struttura del corpo dell'adulto sembra di natura più vertebrata; la presenza di una mandibola, di una colonna vertebrale terminante in una coda e gli arti dotati di mani e piedi articolati, se confrontate con gli apparati boccali degli artropodi, o con la forma delle loro zampe o la loro struttura corporea, suggeriscono una morfologia da vertebrato. Le zampe delle larve sono poi articolate per mezzo di un endoscheletro, che appare ricoperto da fasci di muscoli e da uno strato flessibile di proteine e silicio. Ciò sembra indicare che gli antichi progenitori di queste creature possedessero endoscheletri e che l'esoscheletro si sia evoluto in seguito. Come nel caso dell'evoluzione nel periodo Siluriano e Devoniano, gli endoscheletri potrebbero essersi evoluti allo scopo di proteggere il sistema nervoso centrale, e l'esoscheletro potrebbe essersi evoluto secondariamente, in risposta alla pericolosità dell'ambiente.

Anche le uova sono organismi decisamente complessi. Esse sono in grado di provvedere al mantenimento vitale della larva per un periodo di tempo indefinito, e devono esser in grado di riconoscere un ospite potenziale e distinguerlo da un membro del nido.
Le uova contengono rudimentali parti mobili. Una volta che l'uovo ha determinato che un ospite è nelle immediate vicinanze, esso libera la larva. Nella specie moderna, l'uovo è infiammabile, traslucido e privo di corazza. La loro natura gracile (se comparata a quella dell'adulto), potrebbe essere dovuta alla sicurezza che la strategia del nido pare garantire. Grazie a queste qualità non comuni dell'uovo, potrebbe darsi che esso costituisca, insieme alla larva, un singolo organismo fino al momento in cui la larva non viene liberata. La grandezza dell'uovo, se paragonata a quella della larva contenuta all'interno indica una morfologia interna consistente, contenente i sistemi di mantenimento vitale e sensoriale.

A dispetto delle ovvie differenze osservabili immediatamente, la struttura corporea di base potrebbe venir mantenuta fra la forma pre-adulta e quella adulta. La forma larvale ha 8 zampe e, mentre la forma adulta pare avere solo 4 arti, la regina sembra ne abbia anche lei 8. Tutte le forme hanno una coda articolata, cosa che lascia supporre la presenza di una colonna vertebrale ed di un SNC (sistema nervoso centrale). Poiché la forma pre-adulta possiede un endoscheletro, si potrebbe pensare che anche l'adulto lo possegga.
La morfologia della testa dell'adulto è certamente distintiva. Nella forma post-ninfa, la bocca contiene un set secondario di denti alla fine della lingua, e la testa è lunga e curvata. Nella specie moderna, è probabile che la forma larvale sia parziale, ovvero è possibile che la maggior parte della porzione contenente l'apparato sensoriale rimanga nell'uovo quando la larva viene liberata. La parte di anatomia corrispondente all'adulto potrebbe quindi essere contenuta nell'uovo. In accordo con questa ipotesi, potremmo pensare che se le sacche d'aria della larva sono usate per la respirazione, allora l'apparato respiratorio dell'adulto dovrebbe essere posizionato dietro l'ultimo paio di zampe. In effetti, sono visibili quattro opercoli sul dorso di molti adulti e sei sono visibili sul dorso della regina. Potrebbero avere funzione respiratoria.
Inoltre, la configurazione della testa dell'adulto potrebbe essere tale da evitare l'impianto accidentale di un embrione da parte di una larva, oppure da evitare l'impianto intenzionale da parte di una larva di un'altra specie. Le zampe della larva non riuscirebbero ad avvolgere facilmente la testa dell'adulto, e il tubo "embriopositore" ventrale sarebbe soggetto all'attacco da parte della lingua dentata. Ciò potrebbe suggerire che vi siano specie in competizione con gli alien sul loro pianeta natale.

Durante la sua permanenza nell'uovo, la larva rimane sospesa in un fluido, cosa che suggerisce un'origine acquatica per questa specie. La larva che viene liberata è ricoperta da uno strato sottile di tale fluido, che sembra essere caustico, benché le proprietà corrosive non siano così terribili come quelle mostrate dal sangue dell'organismo. La combinazione del fluido dell'uovo e del pH sanguigno indicano un ambiente acquatico drasticamente diverso da quello terrestre. E' possibile che il pH del fluido dell'uovo sia più simile al pH effettivo degli oceani del pianeta natale e che le proprietà corrosive del sangue dell'organismo siano dovute ad una combinazione di adattamento/modificazione allo stile di vita da parassita; oppure non è escludibile l'ipotesi che il processo di maturazione dell'uovo esaurisca le proprietà corrosive del fluido.

E' plausibile che le proprietà corrosive del sangue non siano dovute al semplice pH ma ad altri fattori chimici ed enzimatici in coazione. Oltre a funzionare come mezzo per il sistema di trasporto interno, il sangue dell'organismo potrebbe costituire anche il suo sistema digestivo, cosa che lascerebbe supporre una struttura interna estremamente diversa dagli standard terrestri. Le proprietà corrosive del sangue sembrano essere più efficaci sui materiali sintetici ed organici che non sui metalli, confermando l'idea che vi siano fattori chimici ed enzimatici in azione, cosa che va a favore della teoria della digestione.

La pressione interna del carapace potrebbe indicare una pressione planetaria media superiore ai 14 psi. Potrebbe trattarsi di un meccanismo di difesa, o soltanto della normale pressione circolatoria. La fisiologia interna dell'organismo non è nota, ma strutture pulsanti "simil-arteriose" sono state osservate nelle ninfe, e ciò implica un qualche tipo di "cuore" pompante. E' possibile che il pianeta natale sia più grande o che l'atmosfera sia più pesante di quella terrestre. Le sacche respiratorie della larva potrebbero essere un adattamento storico alla vita fuori dall'ambiente acquatico, ma è possibile che siano una adattamento parassitico e non siano necessarie all'organismo. Il loro grado di funzionalità è probabilmente correlato alle necessità atmosferiche dell'ospite, ma non si sa nulla di quali fossero le necessità atmosferiche dell'organismo. Se tali sacche sono necessarie alla larva per respirare, allora essa non potrebbe sopravvivere nel vuoto. L'adulto però sembra essere a proprio agio sia sott'acqua che fuori, cosa che lascia intendere che esso non faccia uso di sacche respiratorie. Magari i gas inerti sono irritanti per gli adulti. Probabilmente essi respirano utilizzando strutture polmonari modificate situate negli opercoli dorsali.

La temperatura corporea è uguale a quella ambiente, cosa che forse indica una temperatura planetaria di superficie generalmente calda. Resta da vedere quanto a lungo un adulto possa sopravvivere nel vuoto o a temperature sottozero. Il pH basso indicherebbe un punto di congelamento del sangue decisamente più basso. La regina è in grado di sopravvivere per estesi periodi di transito in entrambi gli ambienti (vuoto/sottozero) ed è possibile che altrettanto possano fare la forma adulta e quella di crisalide. Le varie forme adulte dimostrano avversione al fuoco, ma al contrario delle uova e delle ninfe non sono infiammabili. Questo suggerisce confini di temperatura vitale entro i limiti estremi degli ambienti terrestri.

La mancanza di occhi riconoscibili in tutti gli stadi vitali indica che gli alien vivono perennemente in aree chiuse o sotterranee, oppure che non vi è alcuna luce visibile incidente sulla superficie del loro pianeta natale. Se gli organismi vivono completamente sottoterra, la loro grandezza ed il fatto che possano formare nidi molto popolati implica un ecosistema sotterraneo molto sviluppato e forte. Se essi vivono tutta la loro vita all'interno dei nidi allora la loro sopravvivenza dipende completamente dal movimento delle prede e degli ospiti all'interno del nido. E' possibile che gli alien attirino le prede nel nido, ma di certo sono in grado di catturarle e cacciarle. Se abitassero su una superficie illuminata, gli occhi sarebbero un netto vantaggio, per un cacciatore.

Gli alien mostrano una discreta abilità nel muoversi ed arrampicarsi su superfici verticali e capovolte, cosa questa che avvalora l'ipotesi della vita trascorsa per gran parte del tempo sottoterra o in spazi chiusi. I nidi corrispondono a questa configurazione ed è possibile che alcuni alien adatti ad avventurarsi fuori dal nido siano dotati di occhi. In questo caso, fino ad ora nemmeno un esemplare di questo tipo di alien è mai stato osservato. Il nido potrebbe essere costruito sopra o sotto la superficie dell'acqua o del terreno ma pare venga disegnato in modo che il materiale resinoso utilizzato ricopra tutte le pareti attorno ai nuclei del nido. Nidi parzialmente sommersi richiederebbero camere stagne per gli ospiti e le larve.

Vi è una produzione abbondante e costante di sostanza viscosa, secreta dall'apparato boccale e dalle regioni ad esso circostanti. Tale sostanza sembra venga usata nella costruzione dei nidi, indurendosi a formare una resina. Possono venir prodotti anche filamenti sottili, benché non appaia chiaro il meccanismo alla base di tale produzione. Prima dell'indurimento, la resina non sembra avere proprietà corrosive ed anzi potrebbe venir utilizzata per neutralizzare gli acidi. Ciò sarebbe utile sia nella protezione dall'ambiente esterno acido e sia nella protezione del nido stesso da dissolvimenti accidentali provocati dall'acido.

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